Ciao Alda

Oggi 21 marzo, in quello che normalmente è convenzionalmente riconosciuto come il 1º giorno di primavera, 85 anni fa, nasceva a Milano la grande poetessa italiana Alda Merini.

«Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace di cambiare di misura»: questa la frase intensa e perfettamente equilibrata nelle dimensioni con cui si definì Alda nella homepage del suo sito; accanto si trova una foto che la ritrae con le due immancabili compagne di una vita, la sigaretta e la collana di perle.

La Merini nacque nel marzo del 1931; all’età di soli 15 anni iniziò a scrivere delle poesie, che vennero immediatamente ben accolte da illustri lettori, in primis Giacinto Spagnoletti. Nel ’53 si sposò, e nel 1965 venne internata al manicomio Paolo Pini, dal quale uscì, a parte brevi soggiorni a casa,  solo 7 anni dopo.
La malattia mentale accompagnerà Alda per tutta la sua vita, a volte permeando nelle sue composizioni, rendendole in qualche modo così uniche e intense.
Alda possedeva l’innata capacità di trasferire i pensieri, le emozioni e il proprio vissuto in poesie caratterizzate da un’altissima intensità emotiva, e costruite con pochi versi, seguendo il suo peculiare stile semplice e lineare.

Ma Alda Merini non è solo questo.
Ho voluto scrivere giusto due parole per ricordarla nel giorno del suo compleanno, per farla conoscere a voi lettori e allo stesso tempo avvicinarla a me. Non c’è modo migliore per incontrare la “poetessa dei navigli” che leggere le sue plurime creazioni, unici e splendenti esempi di una poesia che parla al cuore e tocca l’anima.

Vi saluto, commiatandomi così:

Sogno d’amore

Se dovessi inventarmi il sogno

del mio amore per te

penserei a un saluto

di baci focosi

alla veduta di un orizzonte spaccato

e a un cane

che si lecca le ferite

sotto il tavolo.

Non vedo niente però

nel nostro amore

che sia l’assoluto di un abbraccio gioioso.

  Alda Merini

Ada Merini

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